Performance di Vitaldo Conte sull’Arte-Vita di D’Annunzio

Performance di Vitaldo Conte sull’Arte-Vita di D’Annunzio

«Ama il tuo sogno se pur ti tormenta». Questa frase di Gabriele D’Annunzio diviene stimolo suggestivo per un evento a Casarano, in Puglia, ideato da Vitaldo Conte e che si svolge a fine marzo. Con un doppio ruolo: saggista e performer. É impegnato a “narrare”, con la sua voce e video, l’Arte-Vita del Vate, a centosessant’anni dalla nascita (12 marzo 1863). Il Sogno e il Piacere vogliono diventare una “donazione” espressiva. Non a caso «Io ho quel che ho donato» è il celebre e profetico motto che D’Annunzio coniò, adattandolo a se stesso.

 

Performance di Vitaldo Conte sull’Arte-Vita di D’Annunzio
Tiziana Pertoso, Maschera

 

Le seduzioni di questo viaggio, tra cui la ‘Festa-Rivoluzione’ di Fiume, sono espresse visivamente dalla “mostra” delle maschere on the Road dell’artista Tiziana Pertoso. L’ambientazione coinvolge: Carolina Pepe, corpi-maschere di arte-festa, improvvisazioni, ecc. Presenta: Mariangela Simone. Organizzazione: Circolo Culturale ‘Gabriele D’Annunzio’ (Presidente Maria Nuccio). Patrocinio: Città di Casarano. L’evento si svolge presso ‘Frantoio Ipogeo’, Via Pendino Corte II, a Casarano (LE).

Una Rosa rossa per Gabriele

Conte dedica a questo attraversamento di Arte-Vita una Rosa rossa, pensando a un motto di Gabriele: «Cogli la rosa, attento alla spina». Ripercorre, con suoi scritti e immagini in video, precedenti incontri dedicati a D’Annunzio. Fra quest’ultimi: Lettere di Estremo Amore (23 aprile 2017), a Sutri (VT), presso la casa di riposo ‘Villa Sutri’, dove soggiornò l’ultracentenaria Melania, una donna che sosteneva di essere stata amante del Vate; La bambola della rosa rossa (21 giugno 2018) all’Atelier Montez di Roma, dove Vitaldo legge frammenti de Il piacere. In tutti gli eventi, a cui collaborano artisti e scrittori, c’è sempre la presenza alchemica di una Rosa che vuole essere rossa per la pulsione desiderante.

Stralci di Vitaldo Conte su Gabriele D’Annunzio

 «Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non scambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei»: scrive D’Annunzio su Il piacere, il suo primo romanzo (1989), il cui protagonista Andrea Sperelli è l’alter ego dello scrittore. Gabriele è poeta, ma anche ‘amante guerriero’, in ogni sua espressione. La ‘Festa-Rivoluzione’ di Fiume sancisce la grandiosa sintesi di questi aspetti. (…) oltre che essere politica, è esistenziale: vuole cambiare la vita stessa. «Ricordavamo di tanto in tanto di essere dei poeti, e riconoscevamo (ma senza rimorso di aver sognato)» (D’Annunzio). Nell’avventura fiumana il Vate trasferisce i suoi ideali di vita: ‘il piacere’ diviene la bellezza del vivere e ‘il sogno’ incontra la libertà senza limiti. «Bisogna fare la propria vita, come si fa un’opera d’arte. (…) Bisogna conservare ad ogni costo intiera la libertà, fin nell’ebrezza» (Il piacere).

 

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