To Look Down On, lettera aperta al Sindaco di Milano 

disegno di Gabriele Artusio che ritrae un tram di Milano e due giovani, di cui uno ha la mascherina appesa a un ramo di un albero
Disegno di Gabriele Artusio

 

Sia gentile, dr. Giuseppe Sala, stenda le sue mani pietose sui suoi concittadini in segno di protezione della loro salute. I milanesi sono impazziti, non tutti, ma quelli che in questo periodo sono a Milano, certamente. Se vuoi proteggere te e gli altri mentre cammini per le strade – non solo quelle periferiche – sei costretto a fare gincane pedestri da un marciapiede all’altro o tra asfalto e marciapiede. All’ottanta per cento, tutti scatenati, come felici di un’estate serena che arriva dopo un inverno sereno. Segni espliciti di irresponsabilità dilagante.

La mascherina? Per la maggior parte sembra essere un vecchio brutto ricordo. Chi ce l’ha non la tiene al posto giusto. Tre i punti anatomici alternativi e ricorrenti: sotto il mento, sulla fronte, in mano, talvolta a mo’ di braccialetto. Si potrebbe pensare: sarà così, però quando si rendono conto che sopraggiunge qualcuno dalla direzione opposta, aggiustano il tiro. Nient’affatto. Anzi, non arrischiarti a far notare al tizio in cui ti imbatti che è in difetto. Infatti, può nascere un litigio e, se ti va bene, ti prendi un vaffa di grilliana memoria. 

Che fare? Fai finta di nulla, cambi strada (specie se gli irresponsabili sghignazzano), o torni indietro, o scendi in strada protetto da una macchina in sosta. Come don Abbondio, ora guardi vicino ora allunghi lo sguardo e ogni tanto prendi un sospiro di sollievo vedendo qualcuno che avanza verso di te rispettando le misure di precauzione. 

I bar? La parola assembramento non è corretta. Tavolinetti di 60 centimetri di raggio o di lato e tutto intorno flotte di avventori tra movida e happy hour, alla maniera di quelli che si sfidano al braccio di ferro. Allora è forse  ammucchiata la parola più appropriata. Anche taluni vecchietti sono contagiati da questo trend, e si mostrano gioiosi.

Poi ci sono i gruppi legali, gli assembramenti naturali e inevitabili: le famiglie. I componenti sono sereni, distesi, fiduciosi nella buona sorte, e degli altri chi se ne frega. Anche perché loro sono protetti dai Lari e dai Penati. E allora, avanti, pieni di coraggio, e tutti a viso scoperto. Poi ci sono loro, i fortunati della vita sentimentale e intima, la coppia che sfida il virus, niente mascherina, baci e carezze audaci, mano nella mano, fiduciosi nella protezione del dio Eros e di Cupido assieme che non di Zeus, anche se di quelle cose, oggi così difficili da praticare, il padre degli dei si intendeva molto. 

Lei, dr. Sala, lei che ha fatto grande Milano con l’Expo (un evento unico, anche se ha perso per strada l’annunciato impegno nel dopo o nel futuro), lei non ha bisogno né di consigli né stimoli. Mi limito quindi a questa fotografia della città. Se Milano, che offre il maggior grado di senso civico in Italia, si comporta così, fra qualche settimana facilmente si potrebbe passare dall’euforia irresponsabile alla grande tristezza. 

Anche per l’economia. E con buona pace di chi vede il lockdown come il fumo negli occhi, per amore di finanza e malcelato disinteresse per la gente (nessun riferimento a lei, ovviamente). SI può sbagliare, ma il coraggio di ammettere l’errore non c’è mai. Solo Benjamin Netanyahu  ha fatto coraggiosamente pubblica ammenda per avere eliminato il lockdown. A gran voce e senza mezzi termini ha detto: “abbiamo sbagliato”. 

Scusi, il disturbo, Signor Sindaco, il fatto è che fyinpaper ha come unica ideologia l’impegno “for your interest”, a favore della gente.

Grazie della cortese attenzione, cordiali saluti e auguri di  buon lavoro.