I misteri di Chongqing, Pil e qualità della vita

paesaggio urbano illuminato dalla luce rossastra del tramonto. Un corso d'acqua attraversa il paesaggio. Sullo sfondo sagome di grattacieli.
Foto di Michelle Rebello

Una città che non sia solo efficiente ma anche vivibile e rispettosa dell’ambiente. Infatti, uno dei parametri presi in considerazione è il consumo pro capite delle emissioni di carbonio per unità del PIL. Chongqing occupa una posizione alta, sopra Seul e Tokyo. Non solo perché fa molto più affidamento sui combustibili fossili rispetto alle altre due città asiatiche ma soprattutto per l’inefficienza della sua struttura urbana. Uno dei modelli proposti è quindi lo Sviluppo Transito-Orientato. I vantaggi sono considerevoli: preservazione delle riserve naturali, risparmi dei costi infrastrutturali del 30% e una riduzione delle emissioni di CO2 del 39%. Tutto questo senza contare il miglioramento per la qualità della vita delle persone e la vivibilità della città stessa. 

L’urbanizzazione ha però anche il volto della forza lavoro. Sono migliaia le persone che dalle campagne si spostano in città in cerca di un lavoro, alla ricerca di condizioni di vita migliori. In Cina però questo processo è intaccato, o meglio conosce delle problematiche, a causa del sistema degli hukou (户口Hùkǒu). Inaugurato nel 1958, questo sistema prevede una rigida divisione tra abitanti delle campagne e delle città. Gli hukou conferiscono quindi una nuova sfumatura al fenomeno della migrazione per lavoro: il migrante, che non possiede l’hukou corrispondente alla zona di residenza, è trattato come cittadino di serie B. Questo perché l’accesso ai servizi è strettamente legato alla tipologia di hukou che uno possiede. Innanzitutto, opportunità di lavoro, servizi di welfare come l’assistenza medica, le pensioni e il minimo salariale sono solitamente migliori in città rispetto ai contesti rurali. Il permesso di soggiorno permanente è un requisito per accedervi. 

Inoltre, l’hukou è ereditario: un bambino che nasce e cresce in città da genitori emigrati dalle campagne avrà il loro stesso hukou. Si restringono così le sue possibilità di accesso agli istituti scolastici. In risposta alle critiche a questo sistema, dal 2018 è stato avviato in maniera graduale il Nuovo Piano di Urbanizzazione, che prevedeva l’espansione del piano di welfare a beneficio dei migranti. Inoltre, cosa ancora più importante, estendeva a loro la possibilità di ottenere il permesso di residenza permanente. Chongqing è stata la prima municipalità ad implementare questo piano. Nonostante ciò, numerosi sono ancora oggi gli ostacoli al raggiungimento di parità di trattamento. 

Cosa si può fare? Abbiamo imparato ad aspettarci di tutto dal gigante asiatico. E sicuramente gli sforzi governativi a rendere migliore la qualità di vita delle persone sono tangibili. La domanda rimane però: le istituzioni riusciranno a rimanere al passo con le conseguenze dell’urbanizzazione? Quando troppi è veramente troppo. 

FABIOLA MAZZOTTA 15 Articoli
Laureata in Mediazione Linguistica, grazie ad una borsa di studio dell’Istituto Confucio ha trascorso un anno a Chongqing dove ha approfondito lo studio della lingua e della cultura cinese. Dopo la laurea in Relazioni internazionali, ha ottenuto un master degree in Studi diplomatici presso la SIOI.